mercoledì 29 aprile 2015

Encanto tropical - Bem Vindo ao Morro de São Paulo

Primeira, Segunda, Terceira, Quarta… Desacelere e Relaxe, le spiagge qui non hanno un nome ma si chiamano prima, seconda, terza, quarta, quinta e in ognuna c’è un ricordo come mi racconta Bel, una ragazza che da cinque anni fa la pendolare con Firenze, da quando sulla Segunda ha incontrato l’amore della sua vita, italiano doc.  A Tinharé, meglio conosciuta  come Morro de São Paulo, e Boipeba non si arriva in automobile e non ne circolano ad eccezione di pochi fuoristrada che fungono da taxi per gli hotel più lontani, come il nostro.  È così in tutte le isole dell’arcipelago, poste a grappolo  di fronte alla costa brasiliana di Salvador di Baiha, lontane quanto basta dal continente da non poter essere raggiunte così comodamente e per questo ancora non troppo turistiche anzi, a parte Morro, praticamente selvagge. Fino a qualche tempo fa non era permessa neanche la circolazione dei trattori da lavoro, se non per la raccolta dei rifiuti e il trasporto di materiali,  e degli altri pochi veicoli utilizzati per raggiungere  le località distanti dal centro.
L’Isola de Tinharé é situata a nord dell’Arcipelago della Baia di Camamu, a sud dello Stato di Bahia, nella regione conosciuta come Tabuleiro Valenciano oppure Costa do Dendé. Difficile orientarsi con tutti questi nomi, ma una cosa è certa: il posto è bellissimo. Ci si arriva dalla costa brasiliana poco a sud di Salvador de Bahia con 2 ore e mezza di traversata in catamarano.  Ma volendo accelerare i tempi si atterra in soli venti minuti con piccoli velivoli.

L’arrivo in barca è al pontile della  meravigliosa Tinharé attraccando al villaggio capoluogo, Morro (collina) di São Paulo. È la principale di un arcipelago di 26 isole ricoperte da foreste tropicali, intrecciate fra loro da una maglia di canali naturali e circondate da acque cristalline. Camminando  si accede alla piazza principale e alle stradine di sabbia di Morro de São Paulo costruito sulla minuscola scogliera. I bagagli ve li porteranno abili e muscolosi ragazzi caricandoli su minuscole carriole. Il paese è sulla sommità del colle; dal faro, poi, la vista a strapiombo è emozionante e i più temerari scendono in “tirolesa” (una zip-line a cui appendersi, qui molto à la page) fino alla spiaggia.  Nei pressi del pontile si possono visitare  le rovine di un’antica fortezza portoghese risalente al XVI secolo e nella piazza principale la bella chiesa del ‘600 in stile coloniale. La posizione  geografica dell’isola spiega  la ricchezza architettonica di monumenti risalenti al periodo coloniale, oggi protetti dal Patrimonio Storico Nazionale. Scendendo dalla piazza, una ad una si aprono a ventaglio  magnifiche spiagge deserte, considerate tra le più belle del Brasile. Un piccolo paradiso incontaminato con una vasta scelta di pousadas – più di 160 – di ristorantini  e di bar, e una bella atmosfera creata dalla cultura locale. Il clima è molto rilassato, si passeggia da una spiaggia all’altra ci si incontra per colazione, pranzo, aperitivo o cena, ci si perde in feste sulle terrazze. L’aperitivo più ambito si prende alla pousada Natureza  all’imbocco del paese con vista meravigliosa sulla baia. Sulla “rua” principale la concentrazione di ristoranti, locali e negozi è altissima, difficile scegliere, fra tutti colpisce Lucia, una delle tante italiane expat, che nell’Enoteca mediterranea,  fa pasta fresca a mano tutti i giorni.

Da uno a cinque.

Come detto le spiagge sono numerate, da 1 a 5. Tutti gli “aficionados” delle feste si danno appuntamento sulla spiaggia numero 2. In quinta posizione, la Praia do Encanto, un nome una garanzia, vera e propria laguna paradisiaca e vergine, costeggiata da mangrovie. Da non perdere anche  i bagni d’argilla di Gamboa.

Sulla  spiaggia numero 1 furono costruite le prime case di villeggiatura, ora trasformate quasi tutte in pousadas, pensioni, negozi o ristoranti; le poche rimaste vengono affittate ai turisti. Qui si possono affittare tavole da surf, l’attrezzatura per le immersioni e prenotare  escursioni  a cavallo.

Superata la punta da Saudade  ecco la terza spiaggia, famosa anche per un piccolo isolotto con una unica palma da cocco nel mezzo.  Qui c’è il meglio della barriera corallina ed è uno dei punti preferiti per la pesca subacquea o l’osservazione di  pesci tropicali e coralli di tantissime specie e varietà.

A prima vista la Quarta Spiaggia sembra non avere fine. La  barriera corallina forma innumerevoli piccole piscine naturali. Niente musica o “barulio”, ovvero  rumore:  sono  la brezza del mare e il suono delle onde a  fare da sottofondo e a renderlo luogo ideale per rilassarsi all’ombra delle palme da cocco.

Dalla Quarta Praia una strada porta al piccolo villaggio di Zimbo e da lì  i sentieri  di sabbia che portano agli altri villaggi vicini, Gamboa do Morro e Morro da Mangaba.

Continuando sul litorale, attraverso il manguezal  (la zona protetta di mangrovie, un ecosistema unico per l’equilibrio del pianeta) e dopo aver guadato un piccolo fiume, si arriva alla Quinta Spiaggia. Piccoli resort  molto eco si armonizzano con l’incanto del luogo. Con un calesse o a piedi si raggiunge Gamboa: spiagge  e massi spettacolari, acqua cristallina e zero mondanità.  Ci sono però lo yacht club e l’unica scuola di vela della zona.

Teresa Scacchi

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