Primeira, Segunda, Terceira, Quarta… Desacelere e
Relaxe, le spiagge qui non hanno un nome ma si chiamano prima, seconda,
terza, quarta, quinta e in ognuna c’è un ricordo come mi racconta Bel,
una ragazza che da cinque anni fa la pendolare con Firenze, da quando
sulla Segunda ha incontrato l’amore della sua vita, italiano doc. A
Tinharé, meglio conosciuta come Morro de São Paulo, e Boipeba non si
arriva in automobile e non ne circolano ad eccezione di pochi
fuoristrada che fungono da taxi per gli hotel più lontani, come il
nostro. È così in tutte le isole dell’arcipelago, poste a grappolo di
fronte alla costa brasiliana di Salvador di Baiha, lontane quanto basta
dal continente da non poter essere raggiunte così comodamente e per
questo ancora non troppo turistiche anzi, a parte Morro, praticamente
selvagge. Fino a qualche tempo fa non era permessa neanche la
circolazione dei trattori da lavoro, se non per la raccolta dei rifiuti e
il trasporto di materiali, e degli altri pochi veicoli utilizzati per
raggiungere le località distanti dal centro.
L’Isola
de Tinharé é situata a nord dell’Arcipelago della Baia di Camamu, a sud
dello Stato di Bahia, nella regione conosciuta come Tabuleiro
Valenciano oppure Costa do Dendé. Difficile orientarsi con tutti questi
nomi, ma una cosa è certa: il posto è bellissimo. Ci si arriva dalla
costa brasiliana poco a sud di Salvador de Bahia con 2 ore e mezza di
traversata in catamarano. Ma volendo accelerare i tempi si atterra in
soli venti minuti con piccoli velivoli.
L’arrivo
in barca è al pontile della meravigliosa Tinharé attraccando al
villaggio capoluogo, Morro (collina) di São Paulo. È la principale di un
arcipelago di 26 isole ricoperte da foreste tropicali, intrecciate fra
loro da una maglia di canali naturali e circondate da acque cristalline.
Camminando si accede alla piazza principale e alle stradine di sabbia
di Morro de São Paulo costruito sulla minuscola scogliera. I bagagli ve
li porteranno abili e muscolosi ragazzi caricandoli su minuscole
carriole. Il paese è sulla sommità del colle; dal faro, poi, la vista a
strapiombo è emozionante e i più temerari scendono in “tirolesa” (una
zip-line a cui appendersi, qui molto à la page) fino alla spiaggia. Nei
pressi del pontile si possono visitare le rovine di un’antica fortezza
portoghese risalente al XVI secolo e nella piazza principale la bella
chiesa del ‘600 in stile coloniale. La posizione geografica dell’isola
spiega la ricchezza architettonica di monumenti risalenti al periodo
coloniale, oggi protetti dal Patrimonio Storico Nazionale. Scendendo
dalla piazza, una ad una si aprono a ventaglio magnifiche spiagge
deserte, considerate tra le più belle del Brasile. Un piccolo paradiso
incontaminato con una vasta scelta di pousadas – più di 160 – di
ristorantini e di bar, e una bella atmosfera creata dalla cultura
locale. Il clima è molto rilassato, si passeggia da una spiaggia
all’altra ci si incontra per colazione, pranzo, aperitivo o cena, ci si
perde in feste sulle terrazze. L’aperitivo più ambito si prende alla
pousada Natureza all’imbocco del paese con vista meravigliosa sulla
baia. Sulla “rua” principale la concentrazione di ristoranti, locali e
negozi è altissima, difficile scegliere, fra tutti colpisce Lucia, una
delle tante italiane expat, che nell’Enoteca mediterranea, fa pasta
fresca a mano tutti i giorni.
Da uno a cinque.
Come
detto le spiagge sono numerate, da 1 a 5. Tutti gli “aficionados” delle
feste si danno appuntamento sulla spiaggia numero 2. In quinta
posizione, la Praia do Encanto, un nome una garanzia, vera e propria
laguna paradisiaca e vergine, costeggiata da mangrovie. Da non perdere
anche i bagni d’argilla di Gamboa.
Sulla
spiaggia numero 1 furono costruite le prime case di villeggiatura, ora
trasformate quasi tutte in pousadas, pensioni, negozi o ristoranti; le
poche rimaste vengono affittate ai turisti. Qui si possono affittare
tavole da surf, l’attrezzatura per le immersioni e prenotare
escursioni a cavallo.
Superata
la punta da Saudade ecco la terza spiaggia, famosa anche per un
piccolo isolotto con una unica palma da cocco nel mezzo. Qui c’è il
meglio della barriera corallina ed è uno dei punti preferiti per la
pesca subacquea o l’osservazione di pesci tropicali e coralli di
tantissime specie e varietà.
A
prima vista la Quarta Spiaggia sembra non avere fine. La barriera
corallina forma innumerevoli piccole piscine naturali. Niente musica o
“barulio”, ovvero rumore: sono la brezza del mare e il suono delle
onde a fare da sottofondo e a renderlo luogo ideale per rilassarsi
all’ombra delle palme da cocco.
Dalla
Quarta Praia una strada porta al piccolo villaggio di Zimbo e da lì i
sentieri di sabbia che portano agli altri villaggi vicini, Gamboa do
Morro e Morro da Mangaba.
Teresa Scacchi
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