I mulini ricoprono, per l’economia di queste zone, un ruolo fondamentale, che mantengono fino alla fine del secolo scorso. A Formentera in particolare, dove i mulini si utilizzavano esclusivamente per la trasformazione del grano in farina.
Già in epoca romana, infatti, Formentera era conosciuta con il nome di “terra del grano”, e la farina era già allora l’elemento base dell’economia e sviluppo isolani. Non sorprende quindi che sul minuto territorio di Formentera se ne construissero ben 7: il Molì den Mateu nel 1773, il Molì den Gerona nel 1760, quello di San Ferran, il Molì del Tauet nel 1760 e due nel pressi de La Mola, entrambi del 1893 ed il Molì den Botiga. Di quest’ultimo resta solo la torre, mentre degli altri ne sono rimasti cinque, tutti aperti al pubblico (c’è anche il Molì den Simon, proprietà della Fondazione Isole Baleari).
In generale, tutti questi mulini sono a tre piani: il più alto destinato ai macchinari ed alle macine, l’intermedio dove si raccoglieva la farina, mentre il più basso fungeva da magazzino. Il tetto, conico, si poteva spostare, per direzionare al meglio le pale in legno, secondo il vento.
Tratto da Isola di Formentera . com
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